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DAI LABORATORI UNIVERSITARI AI PROGETTI INNOVATIVI DI AITEK: INTERVISTA AD ANDREA PORCILE

By 22 Novembre 2025No Comments

Andrea Porcile è socio operativo di Aitek e si occupa dei sistemi di esazione del pedaggio e di bigliettazione elettronica, con un ruolo di riferimento nei progetti legati alla piattaforma SESAMO e alle soluzioni sviluppate per contesti complessi come Malpensa o il Traforo del Monte Bianco. Con lui ripercorriamo la storia di Aitek, dagli inizi fino alle sfide più recenti e alle prospettive future.

Andrea, partiamo dalle origini: com’è nata la tua collaborazione con Aitek e quali sono stati i primi passi dell’azienda?

La mia esperienza con Aitek è iniziata ancora prima del mio ingresso ufficiale in azienda. Con alcuni degli attuali soci – Andrea, Massimo, Francesco e Paolo – ci conoscevamo già dai tempi dell’Università, dove abbiamo condiviso un percorso di formazione fortemente pratico e partecipativo. Non eravamo semplici studenti: ci occupavamo direttamente del funzionamento del laboratorio, della rete e delle infrastrutture informatiche. È stata un’esperienza fondamentale, estremamente formativa, che ci ha insegnato cosa significhi far funzionare concretamente un sistema complesso.

Dopo l’Università ho lavorato come consulente in progetti legati a IBM, fino a quando Fabrizio e Andrea mi hanno coinvolto in Aitek. In quel periodo l’azienda collaborava con Unisource, che forniva connettività Internet a livello internazionale – erano i primi anni ’90, si installavano le prime reti e nascevano i primi Internet Service Provider – e successivamente con Autostrade per l’Italia, dove ci siamo misurati con sfide tecniche di grande complessità. Ci siamo guadagnati la fiducia del cliente proponendo soluzioni innovative, come uno dei primi server web integrati nei sistemi di esazione del pedaggio, sviluppato interamente da zero in un contesto tecnologico allora ancora poco esplorato.

Quell’approccio, fondato sulla cura maniacale per la qualità e sulla costante volontà di proporre soluzioni innovative, è rimasto nel tempo uno dei tratti distintivi di Aitek.

Quali sono stati, a tuo avviso, i passaggi più significativi nello sviluppo tecnologico e organizzativo dell’azienda?

Negli anni Aitek ha saputo crescere mantenendo costante la propria identità sia dal punto di vista tecnico che valoriale, come etica del lavoro. Dai progetti per Autostrade siamo passati a nuove applicazioni, come la piattaforma SESAMO, nata nei primi anni Duemila per la gestione dei sistemi di esazione.

Uno dei casi più rappresentativi è stato il Traforo del Monte Bianco: ci è stato affidato un sistema preesistente, ormai inadeguato, che abbiamo completamente riprogettato in chiave modulare e flessibile. Da lì è nata l’idea di SESAMO come Sistema di Esazione Modulare, in cui ogni componente svolge un compito specifico e circoscritto ma è integrato in un’architettura coerente. La grande flessibilità del modello ha permesso di estendere la piattaforma ad altri contesti in ambito autostradale, come in altri mercati quali la logistica e la bigliettazione elettronica.

Un altro punto di forza è la riusabilità delle soluzioni: molti moduli vengono implementati su progetti differenti, permettendo un’evoluzione costante, potendo – da un lato – costruire sui risultati già raggiunti, e dall’altro – avendo la possibilità di progredire continuamente.

In quali ambiti si è evoluta maggiormente la piattaforma SESAMO e quali innovazioni ritieni più rilevanti?

SESAMO ha avuto una crescita continua, trovando applicazione in settori anche molto diversi tra loro. Dalla gestione del traffico e del pedaggio siamo passati a sistemi per la logistica portuale, come al terminal di Vado Ligure, dove la piattaforma è stata impiegata per la tracciabilità e la verifica dei mezzi in ingresso e uscita. Lì, l’introduzione di telecamere ad alta risoluzione e la registrazione automatica delle condizioni dei veicoli ha ridotto in modo drastico le contestazioni sui danni: da questa prima declinazione di Sesamo in ambito portuale è scaturito quello che attualmente è un asset di punta dell’azienda ovvero la suite Sesamo per l’automazione delle procedure di ingresso e uscita in porti, interporti e terminal.

In seguito, sono stati sviluppati moduli come Sesamo-Profiler, che attraverso la scansione laser ricostruisce la sagoma tridimensionale dei mezzi per calcolarne volume e ingombri, oggi impiegato in ambito portuale per il dimensionamento e la tariffazione del traffico Ro-Ro e nei trafori per ragioni di sicurezza.

Un altro passaggio importante è stato quello della bigliettazione elettronica: nel 2015, in occasione di Expo, Aitek ha realizzato per ATM Milano il primo sistema in Italia di dematerializzazione del titolo di viaggio, poi evoluto fino all’adozione del pagamento EMV contactless. Più recentemente, SESAMO è stato impiegato anche per i varchi Fast Track del Terminal 2 di Malpensa, integrando controllo, lettura dei titoli e pagamento in tempo reale.

Nel tempo il tuo ruolo in azienda è cambiato: come descriveresti oggi la tua attività e le sfide di un’organizzazione più complessa?

Negli anni ho assunto un ruolo di coordinamento e supervisione tecnica. Aitek è cresciuta e si è progressivamente strutturata, e questo ha richiesto di trovare un nuovo equilibrio tra l’autonomia dei singoli e la necessità di una gestione più organizzata e condivisa.

Quando il gruppo era ancora ristretto, era semplice restare allineati e conoscere nel dettaglio le attività di ciascuno; oggi, con un organico più ampio e specializzato, è indispensabile disporre di una visione d’insieme e di una governance chiara e ben definita.

Il mio contributo si concentra principalmente sulla progettazione e sulla definizione delle soluzioni, più che sullo sviluppo operativo. Continuo a seguire gli aspetti tecnici di alto livello, ma anche a orientare le scelte progettuali e metodologiche, mantenendo vivo quello spirito originario di curiosità, attenzione al dettaglio e ricerca della qualità.

Guardando al futuro, quale direzione immagini per Aitek e quale ruolo avranno le nuove generazioni?

Il futuro di Aitek dipenderà dalla capacità di continuare a conciliare esperienza e innovazione.

I giovani sono fondamentali: portano nuove energie, competenze aggiornate e un diverso sguardo sulla tecnologia. Ogni nuovo inserimento è un’occasione per rimettere in discussione i modelli consolidati e trovare soluzioni che non avremmo immaginato.

Chi fa parte del gruppo da più tempo ha il compito di trasmettere valori e metodo, ma anche di lasciare spazio alla creatività e all’iniziativa delle nuove generazioni professionali. Aitek ha sempre voluto essere un luogo in cui le persone possano lavorare con serenità e soddisfazione, e credo che questo rappresenti un elemento di continuità irrinunciabile.

In quasi quarant’anni di storia, l’azienda non ha mai mancato un impegno né smesso di credere nella qualità delle proprie soluzioni. Ed è questo, più di ogni altra cosa, che ci proietta con fiducia verso il futuro.

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