Susanna Delfino ha vissuto in prima persona l’evoluzione di Aitek, contribuendo attivamente alla sua crescita e al consolidamento della sua cultura. Con una formazione tecnica solida, una lunga esperienza nei progetti di ricerca e una profonda attenzione ai temi della qualità e della sostenibilità, oggi è responsabile dell’unità Operativa di Savona e guida i processi di certificazione e miglioramento continuo del sistema di gestione. In questa intervista, ci racconta il suo percorso e la visione con cui guarda al futuro.
Susanna, come è iniziato il tuo percorso in Aitek e quali tappe lo hanno caratterizzato nel tempo?
“Il mio percorso ha avuto inizio nel 1991, subito dopo la laurea in Ingegneria Elettronica. Alla discussione della tesi era presente il professor Giulio Sandini, uno dei soci fondatori di Aitek, che in quell’occasione mi propose di entrare in azienda, nata qualche anno prima come spinoff universitario. Accettai con entusiasmo: ero indecisa se intraprendere un dottorato di ricerca o cercare lavoro, e l’idea di un’azienda giovane, dinamica e orientata all’innovazione mi convinse.
All’epoca eravamo in quattro, con molte idee e il desiderio di lasciare il segno. Il mio primo incarico fu in un progetto di ricerca europeo, con partner internazionali come il Trinity College di Dublino e la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. Negli anni ho ricoperto diversi ruoli: project manager, analista, nonchè componente del team di sviluppo del progetto Telepass, un prodotto che ho praticamente visto nascere. Dal 2003 sono responsabile dell’unità operativa di Savona, e dal 2012 ricopro il ruolo di responsabile del sistema di gestione per l’intera azienda. Un incarico meno legato all’innovazione tecnologica, ma cruciale per la solidità dei processi interni e per il miglioramento continuo”.
La qualità è uno dei pilastri dell’identità Aitek. In che modo viene tradotta in azioni concrete?
“La qualità rappresenta per Aitek un elemento strategico. Non si tratta di “fare le cose perché vanno fatte”, ma di compiere scelte consapevoli e utili alla crescita. Alcune certificazioni rischiano di diventare esercizi formali, ma se applicate con rigore e coerenza, sono strumenti molto efficaci per consolidare efficienza e competitività.
La certificazione ISO 9001, ad esempio, promuove un approccio fondato sull’attenzione al cliente, sulla gestione del rischio e sull’identificazione delle opportunità, favorendo il miglioramento continuo. La ISO 27001, invece, riguarda la sicurezza delle informazioni, cruciale per un’azienda del settore software. Avere questa certificazione significa garantire un elevato livello di protezione dei dati, rafforzando fiducia e reputazione.
Inoltre, il sistema normativo prevede audit periodici, indicatori e valutazioni costanti, strumenti preziosi per mantenere standard elevati e affrontare tempestivamente eventuali criticità. In un settore in rapida evoluzione come il nostro, non si può restare fermi”.
Aitek ha intrapreso importanti percorsi sul fronte della responsabilità sociale. Quali sono le principali iniziative in corso?
“Anche in assenza di obblighi normativi, Aitek ha sempre promosso un ambiente di lavoro attento all’equità e alla conciliazione vita-lavoro. Personalmente ho potuto usufruire di flessibilità e sostegno alla genitorialità già negli anni ’90, quando queste attenzioni erano ancora rare.
Quando abbiamo valutato la possibilità di ottenere la certificazione per la parità di genere, ci siamo resi conto che molti requisiti erano già presenti: equità retributiva, flessibilità organizzativa, attenzione alle esigenze personali. Abbiamo quindi intrapreso il percorso e ottenuto la certificazione nel 2024.
Stiamo inoltre portando avanti una valutazione in ambito sostenibilità, grazie a un’analisi condotta da una società esterna che ci aiuterà a individuare le aree di miglioramento. Parallelamente, stiamo considerando la certificazione IEC 62443 che è uno standard internazionale per la sicurezza informatica dei sistemi di controlloindustriale, e ci stiamo preparando in anticipo all’adeguamento della normativa NIS2, anche se Aitek non vi è direttamente soggetta”.
Che ruolo giocano esperienza e formazione nella costruzione della cultura aziendale?
“L’esperienza è un patrimonio fondamentale per Aitek. Abbiamo sempre creduto nel valore della trasmissione del sapere: affiancamento, formazione sul campo, momenti di confronto. Questo approccio favorisce il passaggio graduale delle competenze, contribuendo a maggiore solidità nei momenti critici.
Le figure con più esperienza rappresentano un riferimento prezioso per i colleghi più giovani e aiutano a ridurre errori, inefficienze e stress. Anche nei momenti di crescita e cambiamento, come l’apertura degli uffici di Savona o l’espansione post-Covid, l’identità aziendale è rimasta forte.
Oggi lavoriamo per ricostruire spazi di relazione e appartenenza, attraverso iniziative come i “coffee tech” e occasioni di incontro, che aiutano a condividere know how e a mantenere vivo il senso di comunità”.
Il tuo percorso ha avuto da subito una dimensione multidisciplinare. Quanto è stato importante questo aspetto per la tua crescita professionale e per l’azienda?
“Il mio primo incarico in Aitek è stato all’interno di un progetto europeo su tecnologie all’avanguardia per l’interazione con ambienti virtuali. Un’esperienza formativa straordinaria: ho partecipato a riunioni a Bruxelles e Amsterdam, confrontandomi con università e aziende di altri Paesi, in un clima di forte fermento.
Questa esposizione internazionale mi ha permesso di sviluppare una mentalità aperta, un approccio multidisciplinare e una grande attenzione alla qualità dei risultati. Anche per Aitek, partecipare fin da subito a contesti europei ha rappresentato un’occasione di crescita, stimolo e visibilità. Sono esperienze che hanno lasciato un’impronta duratura nel modo in cui ancora oggi affrontiamo i progetti e costruiamo relazioni”.
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